L’idea di “embodiment” si manifesta in diverse discipline come la mindfulness, la PNEI, le neuroscienze e la medicina quantistica; ognuna con un suo specifico significato.
Nonostante le sfumature differenti, queste discipline condividono una prospettiva comune: il riconoscimento dell’importanza del corpo nella nostra esperienza e nella comprensione del mondo.
Nelle neuroscienze, l'”embodiment” si riferisce all’idea che il cervello e il corpo siano strettamente interconnessi e che la nostra esperienza sia modulata dalle attività cerebrali e dal corpo stesso. Le teorie dell’embodiment nelle neuroscienze enfatizzano il ruolo del corpo e dell’azione fisica nella formazione delle nostre esperienze cognitive, emotive e sensoriali. Ad esempio, il movimento corporeo può influenzare la percezione, la memoria e le emozioni.
La mindfulness abbraccia l'”embodiment” come la consapevolezza e l’attenzione al corpo nel momento presente. Essa ci invita a connetterci con le sensazioni fisiche e le esperienze corporee, coltivando una maggiore consapevolezza del nostro stato interno e dell’ambiente circostante.
Nella PNEI (psiconeuroendocrinoimmunologia) l'”embodiment” indica l’integrazione dei processi psicologici, neurologici, endocrini e immunitari all’interno dell’organismo. Questa prospettiva sottolinea l’interconnessione tra mente e corpo, riconoscendo che gli aspetti psicologici, come lo stress e le emozioni, possono influenzare il funzionamento del sistema nervoso, del sistema endocrino e del sistema immunitario.
Infine, nella medicina quantistica, il corpo fisico non è separabile dalla sua dimensione energetico-informazionale e mentale, essendo sede di processi quantistici che interagiscono anche con quelli sovraordinati della realtà esterna. Tali teorie ricevono sempre più conferme da fisici e da biofisici che si occupano della applicazione di alcuni principi quantistici nell’organismo umano per migliorare la salute e le cure. Ne scaturiscono metodiche terapeutiche e salutistiche integrabili nelle cure mediche e nelle psicoterapie.
Nuovi equilibri, nuovi rapporti, riorganizzazioni inattese dopo la pandemia; tutto questo non può che farci rimettere al centro il dibattito sul benessere a 360 gradi.
Occorrono competenze trasversali, un lavoro sinergico, una visione del tutto nuova dell’approccio alla persona e alle cure.
La salute del nostro corpo passa attraverso la mente, la psiche ed il corpo, non soltanto il corpo.
Il benessere mentale è strettamente connesso al benessere fisico, ecco perché l’esigenza di un congresso in presenza, dove ascoltare, vedere, confrontarsi e dibattere su temi quanto mai attuali.
Uno dei compiti dell’intervento terapeutico è quello di favorire la comunicazione armonica tra mente e corpo, e sosteniamo sempre di più sia un lavoro sulla psiche, sia un lavoro sul corpo che sfocia armonicamente nell’unità indissolubile di mente, corpo e relazione.
Al centro la persona, tuttavia, spesso non siamo del tutto preparati e talvolta non sappiamo neppure con chi preparaci ed equipaggiarci bene per curare bene.
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