La mindfulness ci permette di riconoscere le nostre costruzioni di significato, i nostri filtri cognitivi, non confondendoli o identificandoli con una presunta realtà indipendente dall’osservatore
Prof. Gioacchino Pagliaro
Direttore dip. Psicologia ospedaliera AUSL Bologna
Università degli Studi di Padova
Comitato Tecnico Scientifico Federazione Italiana Mindfulness
Cos’è la Mindfulness?
La Mindfulness è, nella sua accezione accademica, una tecnica educativa del pensiero che permette di sintonizzarsi con se stessi e gli altri, attivando meccanismi di autoregolazione mentale, corporea e relazionale.
E’ sostanzialmente quell’attitudine, o capacità, di porre attenzione, con volizione, al momento presente ed in modo non giudicante. E’ ciò che chiamiamo “attenzione consapevole”.
La mindfulness istruisce, quindi, ad una particolare forma di consapevolezza delle nostre intenzioni, dell’ambiente in cui siamo immersi, delle relazioni che ci definiscono, radicandoci attivamente in quello che stiamo facendo.
In sintesi:
Educa il pensiero per sintonizzarsi con sè stessi e con gli altri
Riporta la nostra attenzione al "qui ed ora"
Educa la nostra consapevolezza per migliorare le nostre relazioni con il mondo
La Mindfulness
Pensiero, pregiudizio ed adattamento umano
L’abitudine a pensare per categorie è una caratteristica del nostro sistema nervoso, cosciente solo in parte, che ha consentito un adattamento evolutivo assai efficiente all’ambiente, aumentando la nostra capacità di sopravvivenza.
Vivere il momento presente significa allentare l’identificazione con i propri pensieri categorizzati; per poterli osservare e, quando necessari alla nostra crescita, cambiare.
Se la nostra attenzione è sempre diretta verso qualcosa di diverso da quello che stiamo facendo, la vita diventa ripetitiva e, di fronte al trascorrere del tempo, finiamo per sentirci vuoti.
La capacità di vivere il presente esalta i momenti belli e permette di affrontare in modo migliore le difficoltà a cui la vita ci sottopone.
Tuttavia, adattarsi e sopravvivere, non vuol dire vivere. Tanto meno vivere bene.
Proprio per questo, una delle caratteristiche principali della mindfulness è la capacità di disinnescare, e valutare consapevolmente, i pregiudizi della mente, ereditati culturalmente tramite il senso comune sulla nostra e altrui identità.
Questi pregiudizi possono essere definiti di volta in volta ‘rappresentazioni invarianti’, ‘schemi’, ‘modelli operativi interni’, ‘automatismi’, ‘influenze neurali dall’alto verso il basso’.
La Mindfulness
Consapevolezza e realtà
La consapevolezza implica l’attivazione di un processo di integrazione delle informazioni contenute nel momento presente, un processo che connetta il nuovo e l’ignoto alle nostre categorie conoscitive attuali, in modo creativo, tramite un pensiero flessibile, adattivo, coerente e stabile.
Essere consapevoli dell’esperienza che stiamo facendo, di momento in momento, significa porre attenzione, e continua revisione, al processo interattivo che continuamente si svolge fra il mondo esterno e i modelli delle nostre categorie.
Ciò allo scopo di evitare i circoli viziosi in cui i nostri pregiudizi tendono a riconfermarsi in ogni nostra nuova esperienza, bloccando l’acquisizione di nuove, importanti ed originali informazioni fornite dal momento presente, dal qui ed ora.
Tale processo amplia e approfondisce il senso di identità personale, il nostro Sé, favorendo il benessere psicofisico.
Questi processi si realizzano attraverso le pratiche meditative di derivazione filosofica orientale, ma attenzione: per il raggiungimento di questa attenzione consapevole non occorre avvicinarsi al mondo religioso buddhista, taoista, induista od altro.
Lo sviluppo della consapevolezza, infatti, è un processo attivo di autocoscienza, trasversale ad ogni background culturale.